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QUAL’È LA STRATEGIA PER ATTUARE PER LA CHIUSURA DEL CICLO DEI RIFIUTI URBANI?
Per chiudere il ciclo dei rifiuti Urbani è necessario che un sistema produttivo economico si discosti da un modello lineare “usa e getta” ed è fondamentale considerare l’intero ciclo di vita di un prodotto “dalla culla alla culla”. Il rifiuto deve mutare il suo ruolo da scarto a risorsa ed essere reintrodotto nel ciclo produttivo creando nuovo valore. Tutto ciò significa perseguire la gerarchia dettata dall’UE, come modello di sviluppo sostenibile secondo i principi dell’economia circolare. L’UE, con la Direttiva quadro 2008/98/CE e s.m.i., ha delineato una precisa gerarchia dei rifiuti.
Tale direttiva quadro è stata recepita in Italia con il D.lgs. 205/2010 e s.m.i., che ha modificato l’art. 179 del D.lgs. 3 aprile 2006, n.152 che al comma 1 stabilisce le priorità secondo cui devono essere gestite le diverse frazioni merceologiche dei rifiuti urbani (RU).

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La Direttiva Quadro Rifiuti (come modificata dalla direttiva UE 2018/851, recepita in Italia dal D.lgs. 116/2020), introduce il principio di Responsabilità estesa del produttore (EPR), ovvero “chi inquina paga”. La responsabilità può essere gestionale o finanziaria.

 

2. CHE COS’È L’ECONOMIA CIRCOLARE. ESISTONO STRUMENTI PER ATTUARLA?
Secondo un recente sondaggio1 6 italiani su 10 non conoscono l’economia circolare, nonostante il nostro Paese sia, dal punto di vista del riciclo, tra i protagonisti nell’UE. Il modello di crescita economica che ha caratterizzato gli ultimi 150 anni di storia, si definisce “economia lineare”, un’economia industriale, di mercato, basata sull’estrazione di materie prime sempre nuove, sul consumo di massa e sulla di scarto una volta raggiunta la fine della vita del prodotto. L’Economia circolare è un nuovo modello di produzione e consumo volto all’uso efficiente delle risorse e al mantenimento circolare del loro flusso, minimizzandone gli scarti. Dalla linearità alla circolarità. È una sfida epocale.
Va in questa direzione il progetto strategico approvato dal Comune di Teramo2, denominato: “Teramo Città Circolare” (TECC), che vuole essere un vero e proprio “Patto con la Città” per rendere la città e i suoi insediamenti umani più inclusivi, più sicuri, duraturi e sostenibili, attraverso l'elaborazione, sottoscrizione ed attuazione di un “Patto per l'economia circolare”, che vuole essere uno strumento per l'avvio di un “Piano d'Azione” (Action Plan) per la Città di Teramo, che interconnetta i diversi soggetti (stakeholders), oggi protagonisti pubblici e privati della sua vita quotidiana.

 

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3. A CHE PUNTO STIAMO NEL NOSTRO PAESE CON LA CHIUSURA DEL CICLO DEI RIFIUTI URBANI?
I dati ISPRA 2023 (rif. al 2022), ci dicono che a livello nazionale la raccolta differenziata (RD) dei RU ha superano l’obiettivo del 65% (obiettivo minimo fissato per il 2012!!) e si avvia a riciclo poco più del 30% dei RU trattati e a compostaggio e digestione anaerobica il 26%, per un totale di rifiuti avviati ad operazioni di riciclo del 57%. È fondamentale che l’Italia acceleri il passo.
Per questo un cantiere prioritario, anche previsto nel PNRR, riguarda quello della rete impiantistica, su cui al momento si registra una forte disparità tra il nord, dove è concentrata la maggioranza degli impianti e il resto del territorio (Centro e Sud), dove sono carenti (non c’è autosufficienza). Il ciclo dei rifiuti urbani deve essere supportato da una adeguata ed efficiente impiantistica di trattamento/riciclo e smaltimento, quest’ultima operazione da rendere residuale sino ad eliminarla, come prevedono gli indirizzi dell’economia circolare.

 

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L’impianto di Digestione Anaerobica che si intende realizzare a Teramo in località “C.da Carapollo”, finanziato con risorse del PNRR3 va in questa direzione!! In particolare, é funzionale alla ottimizzazione della gestione del ciclo dei rifiuti urbani biodegradabili (FORSU e rifiuti verdi), secondo principi di economia circolare, trasformandoli in biocarburante (biometano) e concime organico naturale (ammendante compostato misto - compost di qualità).

 

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4. COME REAGISCE L’OPINIONE PUBBLICA ALLA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI?
Una parte dell'opinione pubblica è spesso contraria agli impianti di gestione dei rifiuti (NIMBY - Not in My Back Yard ovvero: No nel mio giardino), spesso anche la politica ha atteggiamenti cd. di “comodo” (NIMTO - Not in my terms of office ovvero: No durante il mio mandato amministrativo). Tra le obiezioni principali che sollevano i cittadini: le eventuali esalazioni di cattivi odori, emissioni inquinanti, l'impatto visivo, la circolazione di camion per il rifornimento degli impianti, lo sviluppo di batteri patogeni, etc… Tutte obiezioni da parte dei territori che spesso sono anche frutto di una cattiva informazione, spesso creata ad arte per fini di vario tipo. Queste criticità, eventualmente prodotte, sono state abbondantemente superate da moderne e consolidate tecnologie che si utilizzano.4

 

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5 . CHE COS’È LA DIGESTIONE ANAEROBICA DEI RIFIUTI ORGANICI?
La digestione anaerobica è un processo di degradazione della sostanza organica che avviene in assenza di ossigeno. Tale processo produce BIOGAS una miscela composta da: 55% metano CH4, 44% anidride carbonica CO2, 1% altro: azoto N2, ossigeno O2 e idrogeno H2. Il biogas ottenuto dai rifiuti è un combustibile rinnovabile. Dal processo di upgrade si ottiene il biometano, una miscela composta da: 97% metano, 1,5% anidride carbonica; 1,5% altro. Il BIOMETANO costituisce un’alternativa “verde” rispetto ai combustibili che sono ottenuti da fonti fossili tradizionali, come il petrolio e il carbone.
In alcuni paesi europei (es. Svezia, Svizzera e Austria), l’uso del biometano per autotrazione è da tempo una realtà.

 

6 . QUALI SONO LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI cd. BAT (BEST AVAILABLE TECHNOLOGIES) PER IL TRATTAMENTO DELLE FRAZIONI ORGANICHE DA RACCOLTA DIFFERENZIATA (FORSU)?
Le tecnologie di trattamento delle frazioni organiche sono:

  • il compostaggio aerobico;
  • la digestione anaerobica con produzione di biogas valorizzato energeticamente attraverso cogenerazione;
  • la digestione anaerobica con produzione di biometano.

In particolare: gli impianti di trattamento della frazione organica da raccolta differenziata con produzione di biometano e recupero energetico garantiscono la massima circolarità, la maggiore tutela dell’ambiente e della salute. Il biometano è al centro dello sviluppo dell'economia circolare.

 

7 . QUALI OBIETTIVI SPECIFICI SI PONE L’OPERA PUBBLICA DA REALIZZARE IN CONTRADA CARAPOLLO A TERAMO?
In località “C.da Carapollo” del Comune di Teramo, sarà realizzato un digestore anaerobico, con l’upgrade per la produzione di biometano dal biogas, integrato con una fase di post-compostaggio aerobico per la produzione di ammendanti compostati misti (compost di qualità). Questa tecnologia è a basso impatto ambientale:

  • il processo di purificazione e l’upgrade per la produzione di biometano implica una ulteriore riduzione dell’impatto ambientale complessivo per tutti i parametri: riscaldamento globale (Global Warming, GWP), energia non rinnovabile (NREP), impatto respiratorio (RINP) ed ecotossicità terrestre (TECP);
  • è un esempio di economia circolare;
  • evita le emissioni odorigene e quelle derivanti dalla cogenerazione in loco del biogas;
  • a parità di materiale in ingresso produce un compost di migliore qualità sia rispetto al processo esclusivamente anaerobico, sia a quello esclusivamente aerobico;
  • ha la massima flessibilità;
  • minimizza gli scarti a discarica con ulteriore risparmio economico.

 

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Attualmente nel nostro Paese, ci sono oltre 2.000 impianti di biogas e circa 85 impianti di produzione di biometano, situati principalmente nel nord Italia5.
Per incentivare lo sviluppo del biometano, l’Italia ha stanziato finanziamenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinando 1,92 miliardi di euro. Oltre a questo, il Decreto Ministeriale di settembre 2022, fornisce incentivi e tariffe differenziate in base al tipo di impianto e alle biomasse utilizzate (es. rifiuti o scarti agricoli).
L’intervento si pone obiettivi specifici:

  • ricostituire l’impiantistica pubblica che la Provincia di Teramo ha attualmente perduto a seguito della privatizzazione del Polo Tecnologico ex CIRSU SpA in località Casette di Grasciano di Notaresco;
  • risanare un’area interessata da un detrattore ambientale costituito da un impianto comunale di incenerimento di rifiuti urbani dismesso nel 1987 e non interessato da procedure di infrazione UE;
  • salvaguardare la componente “suolo”, riducendone al minimo l’utilizzo e localizzando l’impianto in aree adiacenti ad impianti esistenti recuperando aree dove sono installati impianti ormai in disuso (es. inceneritore per rifiuti urbani non più attivo);
  • garantire la piena sostenibilità ambientale, diminuendo al minimo le emissioni di gas climalteranti e rendendo l’impianto il più autonomo possibile a livello energetico (cogenerazione);
  • realizzare un’attività produttiva ad elevata innovazione tecnologica che si ponga come riferimento nel panorama regionale e nazionale per lo sviluppo di tecnologie avanzate di utilizzo sostenibile del biogas da rifiuti urbani;
  • sostituire l’utilizzo di gas naturale, risorsa non rinnovabile, con il biometano, “green gas” da risorse rinnovabili che deriva dalla frazione organica dei rifiuti;
  • utilizzare le migliori tecnologie disponibili (BAT: Best Available Technologies), indicate dalla Comunità Europea in tutte le fasi gestionali e di processo della produzione di biometano;
  • utilizzare le migliori tecniche di upgrading del biogas disponibili sul mercato, al fine di fornire un biometano di elevata qualità da immettere in rete;
  • trattare la frazione organica umida proveniente dalla raccolta differenziata dei Comuni della Provincia di Teramo, da integrare con residui da attività agricola;
  • ridurre il costo di conferimento ad impianto per i comuni della provincia di Teramo e ridurre i costi ambientali attraverso una significativa riduzione delle percorrenze dei mezzi impiegati nei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e simili;
  • eliminare l’impatto ambientale di 170.000 km/anno percorsi da un sistema autoarticolato con capacità di carico tipica pari a 30 tonn. per un quantitativo di 35.000 tonn. di FORSU trasportato al di fuori della provincia di Teramo. Il risparmio in termini di produzione di CO2 (un sistema trattore-semirimorchio emette 600-800 grammi di CO2 per chilometro percorso) è pari a 120.000 kg all’anno;
  • incrementare il livello di occupazione “green” sul territorio provinciale.

 

8 . QUALI SONO GLI IMPATTI IN TERMINI DI EMISSIONI COMPLESSIVE DI UN IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA RISPETTO AD UN IMPIANTO AEROBICO (COMPOSTAGGIO)?
L’Italia è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra dell’80% entro il 2030, coerentemente con gli obiettivi europei e punta a sfruttare il biometano per raggiungere questo obiettivo. L’integrazione dei processi anaerobico e aerobico (DA + post-compostaggio) dei rifiuti organici potrebbe determinare una riduzione annua delle emissioni di GHG (Greenhouse Gases: gas a effetto serra) pari a ca. il 23% di quelle di un impianto di solo compostaggio aerobico di capacità di trattamento equivalente.
Secondo il Consorzio Italiano Biogas (CIB), l’Italia ha un potenziale di produzione di biometano di 10 miliardi di metri cubi.
Se il biometano potenzialmente producibile in Italia fosse interamente destinato ai trasporti, come previsto dal relativo decreto incentivi, potrebbe alimentare un terzo del parco circolante con energia rinnovabile al 100%. L’impatto ambientale del trattamento anaerobico (anche senza upgrade per la produzione di biometano), è minore di quello aerobico (compostaggio - trattamento biologico aerobico di degradazione e stabilizzazione), ha un migliore bilancio energetico complessivo ed emette minori emissioni di CO2 equivalenti (gas climalterante)6.
La maggiore efficienza energetica e il contestuale minor impatto ambientale della soluzione integrata ANAEROBICA/AEROBICA sono stati confermati da un recente studio del 2022.7

 

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Con il giusto impegno e i giusti investimenti, il biometano può diventare un carburante verde di successo, accelerando la transizione verso un futuro sostenibile e contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra. Pertanto, é una fonte fondamentale per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione.
Un recente studio Ecofys8, sponsorizzato dall’associazione Gas for Climate, ha stimato che il biometano potrebbe portare un risparmio complessivo a livello europeo di circa 140 miliardi di euro all’anno entro il 2050.

 

9 . QUALI SONO I RIFIUTI URBANI CHE SARANNO CONFERITI ALL’IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA DI C.DA CARAPOLLO?
I rifiuti che saranno conferiti all’impianto di produzione di biometano in località “C.da Carapollo” di Teramo, sono di origine urbana, ovvero prodotti da utenze domestiche e non domestiche come classificati all’art. 183, co. 1, lett. b-ter), punto 5 e 6, lett. d) del D.lgs. 152/2006 (TUA). Ovvero rifiuti urbani “umidi” (FORSU - EER 200108: rifiuti alimentari e di cucina) e “verdi” (EER 200201: foglie, sfalci d’erba, potature di alberi, etc…), da immettere nella rete del gas naturale e da utilizzare come bio-combustibile per autotrazione, in particolare per automezzi pubblici e contribuire alla lotta conto i cambiamenti climatici o utilizzato per la produzione di energia elettrica e termica tramite un cogeneratore. I veicoli alimentati con bio-carburanti ottengono una riduzione di gas serra rispetto ai combustibili fossili convenzionali.9

 

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10. SI PUÒ STIMARE LA FREQUENZA GIORNALIERA DEL TRAFFICO PESANTE INDOTTO DALL’ATTIVAZIONE DEL DIGESTORE ANAEROBICO DA REALIZZARE IN LOCALITÀ C.DA CARAPOLLO?
Nell’ipotesi di trasporto su gomma, l’aggravio del traffico pesante può essere stimato tenendo conto della potenzialità massima di trattamento annuo dell’impianto (40.000 tonnellate/anno), delle giornate di lavoro (ca. 320 giornate dal lunedì al sabato) e della dimensione dei mezzi di trasporto. Ogni giorno verranno trattate ca. 100 tonnellate di rifiuti organici (umido e verde): ipotizzando l’uso di autoarticolati di ca. 30 tonnellate di portata utile si può stimare un traffico pesante giornaliero indotto di ca. 3-4 automezzi al giorno, a cui aggiungere quello leggero relativo al complessivo personale di lavoro di TE.AM. Spa.

 

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11 . SI PUÒ DESCRIVERE IL PROCESSO DELL’IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICO?
La frazione organica umida del rifiuto urbano (FORSU), è sottoposta ad un pretrattamento che separa la parte organica dalle frazioni estranee (es. sabbie, plastiche, etc…). La frazione pretrattata cd. ingestato, viene inviata ai digestori per avviare il processo di digestione realizzato con l’aggiunta di acqua (processo tipo wet). La matrice organica ad alto contenuto di acqua in assenza di ossigeno inizia gradualmente un processo di degradazione biologica ad opera di batteri mesofili che, per ca. 30 giorni, produce biogas. Il biogas convertito in biometano può essere immesso nella rete di gas naturale e/o utilizzato per alimentare le flotte veicolari dei servizi pubblici locali. La matrice organica solida digerita cd. digestato, viene miscelata con rifiuti verdi (es. foglie, sfalci, potature, etc…), impiegata come strutturante ed avviata a compostaggio e trasformata dopo ca. 90 gg. in ammendante compostato (compost di qualità - concime organico naturale). La matrice organica liquida, viene depurata e le acque prodotte vengono impiegate per usi interni e convogliate in pubblica fognatura o in corpo idrico superficiale.

 

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12 . IL COMPOST DERIVATO DALLA FORSU PREVENTIVAMENTE SOTTOPOSTA A DIGESTIONE ANAEROBICA PUÒ ESSERE UTILIZZATO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA?
Si. In conformità con quanto stabilito in materia dalla Commissione Europea (2008)10 e dalla legislazione nazionale di settore. Il digestato11 (sottoprodotto del processo di digestione anaerobica), può essere utilizzato come materiale fertilizzante sulle principali colture agricole. Contiene azoto nelle forme organica e ammoniacale rispetto ai reflui bovini e soprattutto suini, fosforo, potassio e altri microelementi, come calcio, sodio e magnesio.
Il compost di qualità da FORSU, preventivamente sottoposto a digestione anaerobica, agisce come sostituto dei fertilizzanti chimici, migliorando la struttura e la fertilità del suolo, aumentando la produttività e contribuendo alla sicurezza alimentare.
Si calcola che nell'UE si producono ca. 118-130 milioni di tonnellate/anno di rifiuti organici, di cui meno di 40 milioni di tonnellate vengono effettivamente riciclate e trasformate in compost o digestato il restante quantitativo molto probabilmente finisce in discariche.
Un vero spreco di risorse!!

 

13 . SI PREVEDONO BENEFICI ECONOMICI PER LE UTENZE DEL COMUNE DI TERAMO E DELLA PROVINCIA DI TERAMO?
Sì. L’impianto finanziato dai fondi del PNRR attribuiti dall’avviso M2C1I.1.1 linea d’intervento B del MASE, riduce in maniera significativa i costi di conferimento della frazione organica sostenuti dai cittadini del Comune di Teramo e dei Comuni della Provincia di Teramo. La TARI che corrispondono i cittadini, attraverso il documento di riscossione, viene ridotta nella parte variabile di circa 15/30 €.

 

 

 

1 Ipsos per CONOU, Legambiente e Editoriale Nuova Ecologia. ECOFORUM 2022.
2 DGC n. 425 del 4 novembre 2022 ““TERAMO CITTÁ CIRCOLARE” – Approvazione progetto e delega alla TE.AM. SpA per l’attuazione e gestione della Linea di Intervento B2.2 del PNRR PNC“. Contributi destinati a soggetti pubblici per iniziative di partenariato speciale pubblico privato”.
3 PNRR. Scheda n. MTE11B00000619 “Progetto per la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica per il trattamento della forsu - (CUP D42F22000880001)".
4 https://www.legambiente.it/rapporti-e-osservatori/rifiuti-zero-impianti-mille/
5 Ref Ricerche n.248 del 25 luglio 2023.
6 Marchi M., Biagini A., Mangiavacchi S., Menghetti F., Vigni F., Pulselli F. M., Bastianoni S., Marchettini N. (2015), Integration of anaerobicaerobic digestion of organic wastes: GHG emission impacts at micro and macro scale, Procedia Environmental Science, Engineering and Management, 2-(4), pp. 263-269.
7 Le Pera et al. (2022), Composting food waste or digestate? Characteristics, statistical and life cycle assessment study based on an Italian composting plant, Journal of Cleaner Production, Volume 350, 20 May 2022, 131552.
8 www.consorziobiogas.it
9 https://www.ilsole24ore.com/art/i-biocarburanti-chiave-una-maggiore-sostenibilita-trasporto-mondiale- destinato- quadruplicare-entro-2070-AFzxp2LB
10 Regolamento (CE) 889/2008 della Commissione del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del Regolamento (CE) 834/2007 del Consiglio, relativo alla produzione biologica, all’etichettatura dei prodotti biologici e ai controlli.
11 https://www.informatoreagrario.it/difesa-e-fertilizzazione/fertilizzazione/il-digestato-un-buon-fertilizzante-per-il- mais/ - https://www.informatoreagrario.it/difesa-e-fertilizzazione/fertilizzazione/via-del-governo-al-digestato-come- fertilizzante/

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