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TERAMO - Subito la richiesta di autorizzazione ambientale e in primavera l’appalto. Sono i passaggi decisivi del progetto per il biodigestore anaerobico che trasformerà i rifiuti organici in energia pulita.

L’intervento da 28 milioni di euro gestito dalla Team, la società del Comune che si occupa dei servizi di igiene urbana, ha superato la fase di verifica per la cosiddetta Via, la valutazione di impatto ambientale, ed entro fine mese passerà all’esame dei vari uffici regionali interessati per ottenere il nulla osta definitivo. L’operazione, per legge, può richiedere fino a cinque mesi, ma l’azienda conta di accelerare i tempi anche perché le scadenze indicate dal Pnrr, cui fa capo il finanziamento del progetto, impongono di completare l’impianto e renderlo
funzionante entro il 2026.

«Siamo fiduciosi di rispettare le tempistiche previste», sottolinea il presidente della Team Sergio Saccomandi,«grazie alla collaborazione con le autorità competenti e all'impegno del nostro gruppo».

L’obiettivo è, dunque, ottenere l’autorizzazione entro marzo e far partire subito dopo la gara per i lavori. Il
biodigestore raccoglierà scarti alimentari e sfalci, con capacità annua di trattamento di 35mila tonnellate di rifiuti. Da questi saranno ricavati biogas e un residuo solido, il cosiddetto “digestato” che sarà ulteriormente lavorato per produrre compost di alta qualità da impiegare come fertilizzante naturale. Anche l’acqua utilizzata dall’impianto non andrà sprecata. Sarà depurata e destinata all’irrigazione delle aree verdi che mitigheranno l'impatto visivo della struttura.

Il biogas servirà a produrre energia termica ed elettrica che coprirà il fabbisogno dell'impianto anche tramite l'installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto.

La parte eccedente del biogas sarà raffinata per ottenere biometano, da immittere nella rete pubblica o utilizzare come carburante per veicoli. Il complesso da realizzare sarà formato da cinque corpi: il capannone di conferimento e trattamento dei rifiuti, dotato di accrgimenti per eliminare la propagazione di cattivi odori, il digestore, dove, verrà prodotto il biogas, la sezione di raffinazione di quest'ultimo (cosiddetto upgrading), la struttura di stoccaggio del compost per ricavarne il fertilizzante ed il depuratore di reflui. 

«Abbamo progettato l'impianto con un attenzione particolare all'efficienza ed al rispetto dell'ambiente», spiega Saccomandi, «ogni componente è stata pensata per integrarsi armoniosamente nel processo, massimizzando la produzione di energia rinnovabile e minimizzando gli impatti negativi». Il presidente tiene ad evidenziare sarà la prima struttura pubblica di questo tipo in provincia, «un territorio che ha storicamente sofferto nella gestione dei rifiuti organici, anche dal punto di vista economico». L'impianto permetterà di abbattere i costi di smaltimento e dunque la tassa pagata dalla famiglie e imprese.

Articolo completo da "Il Centro" del 18/11/24 di Gennaro Della Monica

     

Ulteriori informazioni

Data di pubblicazione
21 novembre 2024

Ultimo aggiornamento
21 novembre 2024 ore 09:29

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